martedì 9 gennaio 2018

PETIZIONE (III): Tutto cio' che e' accaduto da quando mi hanno spedito a Parigi - sono un pacco postale senza mittente! - Gemiliana Millana Assorgia

Pestata e Drogata, pseudo-deportazione coatta dis-umana. Violazione Diritti Umani - 27 Novembre 2017
Sottoscrivi la petizione per Gemiliana Assorgia. Vittima della diplomazia italiana in Vietnam

Dopo tante settimane che non ci siamo sentiti, per me è stato molto difficile.

Giorno 27 novembre 2017
Sono stata picchiata due volte, nel pomeriggio quando mi hanno portato via i dispositivi elettronici, e nella notte anche da uno delle persone che sono ospitate in quel centro. Ho avuto una discussione a proposito delle sigarette con una delle guardiane, lei ha scatenato uno di questi uomini che mi ha mandato in stanza e mi ha pestata provocando una slogatura alla spalla destra

Si vede qualche segno di deportazione? Sono stata drogata, e trasportata forzatamente, come un oggetto!
Da allora noi non ci siamo più sentiti. Vi assicuro che da allora per me sono stati... se prima erano già stati giorni settimane mesi molto difficili, dal 27 di novembre per me sono stati giorni veramente d'inferno, ho visto veramente l'inferno, ho visto l'animalità, veramente delle bestie.

Non so se avete visto il video della vicenda avvenuta al "Centro di Protezione Sociale"
- Indirizzo: villaggio Dong Dau, comune Duc Tu, quartiere Dong Anh, Hanoi
- Website: http://solaodong.hanoi.gov.vn/trung-tam-bao-tro-xa-hoi-i-ha-noi



L'HO VISTO ALCUNI MINUTI FA, RABBRIVIDISCO VEDERE IN CHE STATO PSICOLOGICO MI TROVAVO. ORA HO RIACQUISTATO LA MIA LIBERTA', SENTO PAURA MENTRE PENSO NESSUNO SIA RIUSCITO A FARE QUALCOSA PER FARMI USCIRE DA QUEL LUOGO IN MODO DIGNITOSO.

Giorno 1 dicembre 2017
Dopo 5 giorni che stavo ancora in quel centro, sono venuti a prendermi, era venerdì sera alle 8.
Il signor Costantini dall'ambasciata d'Italia con sei o sette poliziotti della polizia di migrazione, mi dicevano nuovamente di accettare la deportazione altrimenti mi avrebbero portato in prigione. Io ovviamente avrei accettato di andare in prigione perchè non vedevo la ragione per la quale mi avrebbero dovuto arrestare per un overstay, ma loro insistevano, le alternative erano quelle del mandarmi in prigione.

Io accettavo di andare in prigione in modo tale che poi avrei potuto avere un avvocato e avrei potuto finalmente discutere in modo legale la mia deposizione, invece quella sera era un bluff, difatti invece di portarmi in prigione mi hanno portato FORZATAMENTE in aeroporto e cercato di imbarcarmi sempre in un volo per Parigi delle 23:45 con la compagnia aerea Vietnam Airlines.

La sera io ero ancora abbastanza forte perché stavo ancora mangiando erano passati solo cinque giorni da quando non avevo il cellulare, quando mi hanno portato in aeroporto io mi sono ribellata e mi hanno portata via di peso, ho fatto un casino talmente grande che non mi hanno potuto più mettere nell'aereo. A questo punto si sono incasinati, realizzano che mi avevano tolto da quel centro di detenzione, però non mi volevano/potevano portare in prigione essendo sprovvisti degli estremi per la detenzione, in quanto non e' un crimine ma bensì una sanzione pecuniaria.

Quella notte sono stata di nuovo pestata da quei poliziotti che mi hanno tenuta tutta la notte ammanettata dentro la guardiola di un palazzo della polizia di immigrazione nel centro di Hanoi.

Giorno 2 dicembre 2017
La mattinata dopo, la signora Beatrice dall'ambasciata con una traduttrice e cinque poliziotti mi hanno portato a holston-tan dao - centro di deportazione n1, dipartimento generale n 8, del ministero della polizia, in vinh phuc, luogo alquanto distante da Hanoi. In questo centro di deportazione eravamo solo tre persone. Il francese e il cinese stavano insieme in una stanza grande con tanto di angolo cucina, invece io da sola nella stanza di isolamento. in questo posto dal primo giorno che sono stata portata non ho mangiato, mi sono rifiutata di mangiare come forma di protesta, per, immediatamente chiedere semplicemente le ragioni per la quale io sia priva di libertà, detenuta, in quanto non c'erano assolutamente gli estremi. ho fatto presente che non avrei mangiato sino a quando non mi avessero fatto parlare con la polizia!

Volevo semplicemente informare la polizia, discutere le ragioni per la quale avevo fatto il mio overstay, e poi avrei tranquillamente lasciato il paese. Quindi tutti questi abusi che stavano continuando a perpetuarsi non avevano nessuna ragione se non per mettermi il bavaglio e impedirmi di fare le denunce. Quindi dal 2 dicembre reclusa in quel centro, oltre il rifiuto di mangiare, non avevo materasso, usavo il mio materassino per lo yoga. In questo posto non mi facevano neanche uscire.

Giorno 14 dicembre 2017
Sono passate delle settimane, poi la mattina del giovedì 14 dicembre sono venuti a prendermi alle 7 del mattino. Quando sono venuti a prendermi ho riconosciuto che erano gli stessi poliziotti corrotti quindi ho cercato di barricarmi dentro la stanza a rifiutarmi di andare con loro perché mezz'ora prima erano venuti i guardiani mi avevano detto che stavano venendo a prendermi, quindi ho pensato, forse finalmente qualcuno avrebbe portato una RISOLUZIONE LEGALE E PACIFICA.

In quei momenti avevo perso completamente nozioni di tutto quello che era accaduto in quelle settimane in cui non comunicavo con voi. Avevo speranza che comunque da un giorno all'altro sarebbe arrivato qualcuno a prendermi e finalmente mi avrebbero salvato.

Invece il mio sogno non è andato così come auspicavo, è stato completamente diverso. Mi hanno detto, sta arrivando qualcuno, alche' ho iniziato a preparare le mie valigie. Sono arrivati mi hanno preso di forza, in pigiama. Metà delle mie cose sono rimaste in quel posto perchè non ho fatto in tempo nemmeno a chiudere le valige, le hanno chiuse loro. Mi hanno portato in ospedale, per me è stato uno shock quando ho visto che.... a parte che mi hanno fatto fare il viaggio con le gambe legate ammanettata con le braccia dietro, con la faccia a terra e due di loro che continuavano a prendermi a pugni sulla schiena, e uno che continuava abbassarmi la testa IN MODO TALE DA NASCONDERMI DA OCCHI INDISCRETI DELLE MACCHINE CHE CI VIAGGIAVANO INTORNO, perché io continuavo ad urlare cercavo di parlare di ribellarmi, e loro continuavano a mettere la mia testa giù tra i sedili, e ripetutamente continuavano a darmi pugni nella schiena. NESSUNO HA VISTO CHE IO VIAGGIAVO CON LORO DA TAN DAO AD HANOI.

Questi non sono uomini. Uomini che arrivano a fare una cosa del genere proprio perchè sono pagati non sono  umani, sono animali, sono peggio delle bestie, perchè le bestie non la farebbero questa cosa, le bestie al massimo lo fanno quando devono sopravvivere, queste persone non l'hanno fatto per sopravvivere, l'hanno fatto per cattiveria e soldi, quindi proprio la schifezza più-più schifezza, per fortuna ho resistito!

Mi hanno portato in questo ospedale, appena arrivata mi hanno preso in sei o sette infermieri e bloccata  completamente e mi hanno fatto una anestesia molto potente in questa mano, era talmente forte che ho dormito dalle 8 del mattino sino alle 8 di sera. Non so se ancora si vede, dovrebbe ancora vedersi il bozzo, c'è ancora una palla all'interno come se avessero inserito un microchip. Devo comunque fare un controllo, è strano che per un'iniezione di anestesia sia rimasto un bozzo così grande.

Quando mi sono svegliata ho trovato che avevano tagliato le bretelle per spogliarmi, ho visto sul tavolo la cartella completa di tutta una serie di accertamenti eseguiti, ecografie, radiografie, esami del sangue, e altri esami. In quelle otto ore che sono stata addormentata. Hanno fatto esami di ogni genere, non capisco, non ho idea quale sia veramente la ragione di questi esami che mi hanno fatto. Ad un certo punto mi anno vestita perchè io ero talmente rincoglionita al punto di non riuscire a fare niente, guardavo la cartella, l'ho presa tra le mani, come hanno visto che ero sveglia, immediatamente me l'hanno portata via. Resi conto che mi ero svegliata, scelgono degli abiti carini dalla mia valigia in modo da farmi viaggiare facendo pensare che era tutto a posto, che io ero tranquilla, quando invece ero completamente rincoglionita. Mi hanno messo su una carrozzella e portato in un ufficio del palazzo dell'immigrazione che sta proprio fuori dall'aeroporto, in questo posto siamo rimasti per un'ora.

Erano presenti tutta una serie di persone con la quale hanno fatto i loro discorsi e discorsetti strette di mano. Io ovviamente in vietnamita non ho capito nulla, quindi dopo le loro strette di mano e i loro mangiucchi, sono arrivati due infermieri, mi hanno fatto di nuovo tre iniezioni di anestesia in entrambi le braccia. Mi hanno messo su una sedia a rotelle mi hanno portato in aeroporto di nuovo completamente drogata, ho viaggiato mentre ero completamente rincoglionita, impossibile reagire, però non ero completamente addormentata, vedevo, capivo, però non avevo la forza di dire nulla... capite? paragonato all'anestesia che mi avevano fatto la mattina che mi hanno completamente addormentata 12 ore, io sono proprio sparita, invece in questo caso mi hanno fatto questo particolare tipo di anestesia che mi impediva di fare qualsiasi cosa, però ero lucida quindi sembrava che fosse tutto a posto. Mi hanno messo una giacca sopra le mani con le manette, però questa stavolta avevo le manette con le braccia verso avanti.

Sapete non avete idea del dolore quando vi ammanettano verso dietro, le braccia i polsi girati al contrario, sento ancora il dolore dietro tutta la schiena. Io non ho lividi, non posso provare, a parte un livido che ho da questa parte della fronte, questo della mano con l'anestesia, e uno piccolo qua, per il resto io non ho lividi, mi hanno picchiato e maltrattato in una maniera tale che non hanno lasciato nessun segno.

Ho viaggiato con questi due poliziotti in borghese, un uomo e una donna. il nome di lei è Nguyen Thi Hoa 003-526, invece il nome di lui non sono mai riuscita a trascriverlo pero la sua faccia la ricordo bene, lui e' lo stesso che ha cercato di mettermi sull'aereo anche la volta precedente, (lei inoltre era venuta anche al centro servizi sociali ad accompagnare un altro poliziotto corrotto che era venuto a minacciarmi di lasciare il paese volontariamente altrimenti mi avrebbe arrestata, lei gli fece da interprete). Partenza giovedì 14 dicembre poco prima della mezzanotte, volo verso Parigi, siamo arrivati venerdì 15 dicembre mattina.

Giorno 15 dicembre  2017
Arrivati a Parigi alle sette del mattino, mi hanno rimesso su una sedia a rotella facendo finta che io fossi una malata, non una che è stata deportata. Mi hanno trattato come una malata speciale che l'hanno fatta passare senza fare nessuna fila, la solita fila che si fa per l'immigrazione. Ci hanno aperto tutte le porte e ci siamo trovati direttamente dentro l'ufficio dell'immigrazione. In questo posto i due poliziotti hanno dato un fascicolo alla polizia di migrazione. Mentre si stringevano la mano i due poliziotti dicevano che stavano qua per tre giorni, abbiamo il visto per tre giorni e poi torniamo in Vietnam, grazie arrivederci stretta di mano e sono andati. Subito dopo però la polizia di migrazione mi ha detto, però ci sono due signori dell'ambasciata d'Italia che la stanno aspettando, infatti c'erano questi signori gentilissimi dell'ambasciata d'Italia a Parigi, che mi aspettavano e mi dicevano che avevo un volo che mi aspettava, avevo l'aereo per Milano alle 9 e mezzo del mattino, ha detto che quando arriverà dovrò prendere un aereo per Milano alle 8 di sera. Immaginate, avrei dovuto prendere questo aereo per Milano tutta rincoglionita erano due giorni che mi drogavano che mi picchiavano. Sono arrivata la e ho trovato un signore che mi diceva, c'è un aereo tra mezz'ora per Milano, poi una volta che arriva a Milano deve aspettare altre 12 ore per un aereo per Cagliari. Così... così secondo loro, come un automa avrei dovuto fare quello che dicevano loro, io ascoltavo questo signore ancora tutta rincoglionita, tralaltro era un signore gentilissimo carinissimo che diceva:
Sa io ho studiato tutto il suo caso ho parlato con la Farnesina che mi ha dato istruzioni per accoglierla qua e per darle le istruzioni, insomma per come arrivare in Sardegna, queste sono le istruzioni, anzi sappiamo che ha il problema della carta che non è riuscita a ritirare, quindi sappiamo che non ha contante, questi sono 200 euro, per le sue spesucce grazie arrivederci ciao, e se ne sono andati.
Io mi sono ritrovata trovata a Parigi, dopo 40 giorni di isolamento, le ultime due settimane che non mangiavo ero completamente disidratata e denutrita, ok?, inoltre gli ultimi due giorni di droghe e percosse! mi son ritrovata con questo biglietto aereo che secondo loro in mezz'ora avrei dovuto attraversare tutto l'aeroporto di Parigi dagli arrivi alle partenze, assolutamente fantascienza... per quanto io sia una persona forte però nessuno sarebbe in grado, neppure wonder woman sarebbe stata in grado di fare una cosa del genere.

Sono andata in bagno ho messo la testa sotto il rubinetto per svegliarmi da tutto questo rincoglionimento, dopo una buona mezz'ora che sono stata in bagno, mi son mangiata due baguettes, stavo morendo di fame, e ad un certo punto ho capito cosa stava succedendo.

Sono andata all'ambasciata d'Italia a Parigi per discutere concretamente in modo più serio quali erano stati i termini di questo mio rientro, perchè qua c'era stato un rimpatrio forzato, dopo tutto quello che era accaduto, secondo loro io sarei dovuta tornare in Sardegna e abbandonare la documentazione di questa mia entrata in Francia. All'ambasciata NON mi hanno nemmeno fatto entrare, inoltre dato che loro non erano responsabili di questa operazione che aveva fatto il signor Calabresi di cui tra l'altro questo nome a lui (il carabiniere) non gli diceva nulla, non lo conosceva. mi ha dato un biglietto con l'indirizzo e gli orari del consolato e mi ha liquidata.

Ho dovuto prendere un altro taxi e sono andata al consolato, ho chiesto di accompagnarmi all'ospedale per farmi visitare immediatamente, e fare tutte le visite e il certificato medico di quelle che erano le mie condizioni fisiche al mio rientro in Europa. Ho trascorso tutta la sera in ospedale, dopo le visite lasciandomi in ospedale mi sono sentita un po persa e abbandonata, era venerdì sera, il funzionario che mi aveva accompagnata se ne doveva andare, quindi mi hanno abbandonata in questo ospedale.

Dopodiche' mi ha ospitato la grandissima bellissima Licia amica sarda che vive a Parigi da tanti anni. Per fortuna ho parlato con lei e mi ha dato la disponibilità di stare da lei la prima notte, è stata la prima isola di salvataggio sarda dove ho trovato... ho trovato... ho trovato un po di Amore. Appena sono arrivata mi ha dato un abbraccio calorosissimo, mi ha preparato una vasca piena di acqua calda e il bicchiere di latte e miele più buono della mia vita.

Il letto di suo figlio Luca (DOPO TUTTE LE SETTIMANE CHE DORMIVO SENZA MATERASSO) è stato il letto più bello della mia vita. La mattina dopo, sono andata alla polizia, per fare la denuncia, proprio per poter richiedere il fascicolo che era stato dato sapere i termini per questo mio rientro forzato a Parigi, e richiedere tramite la procura la copia del fascicolo che è stato consegnato.

Dopo 5 ore seduta in una seggiolina, è arrivato il mio turno, il mio francese era talmente povero e il loro inglese pure che ovviamente non siamo riusciti a formulare la denuncia. Il giorno dopo ho impiegato meta' giornata a cercare un traduttore per fare questo tipo di denuncia, poi sono riuscita a mettermi in contatto con il funzionario di turno delle emergenze al consolato, la quale si e' fatta accompagnare da una collega. Fantastiche! Quindi poi ne ho avuto due in un colpo solo e mi hanno riportato fiducia nella burocrazia, adesso posso finalmente e veramente dire, è vero che in queste istituzioni ci sono un sacco di maiali, o di persone che sono veramente disgustose e fanno delle cose terribili, e ci sono persone che fanno le cose con grande coscienza e garbo.

Petizione: https://www.change.org/p/mofa-vietnam-sardinia-calling-vietnam/u/22047069
Continueremo comunque ad andare avanti con la petizione. Continueremo a chiedere al ministro degli affari esteri mister Phạm Bình Minh, di darci delle spiegazioni chiare riguardo a quali sono i termini di come noi turisti veniamo trattati nel mondo. E' necessario continuare con la petizione, è veramente sarebbe bello che tante altre persone si unissero, perché se non siamo almeno un paio di migliaia di persone che firmiamo questa petizione il ministro degli affari esteri vietnamita non risponderà mai. Oggi ho visto la petizione, hanno firmato 661 persone, che sono un mare di gente per me, io lo apprezzo tanto, però purtroppo a livello di opinione pubblica è difficile che possa smuove il ministro degli affari esteri. Dovremmo riuscire ad essere almeno 2000, adesso vediamo se con il video che faremo con questo ragazzo, Mida, si riesce insomma a sensibilizzare un po di più e riuscire ad avere abbastanza firme, per poi avere anche una risposta ufficiale da parte del Vietnam.

In questi giorni scrivevo per non perdere il senso della realtà, dopo avermi portato via i dispositivi elettronici, e il diario, la cosa più importante è stata scrivere tutti i giorni per non perdere il senso della realtà e per non perdere la cognizione del tempo. In più per fortuna avendo praticato dieci anni di buddismo, ho ripreso in modo abbastanza intenso quando ero in isolamento, mi ha aiutato con la terapia della vibrazione del suono. È stato tantissimo d'aiuto per mantenermi lucida, perchè altrimenti in isolamento nel campo di deportazione e soprattutto digiuna sarebbe stato più pesante, è vero che il digiuno fa bene per certi versi, fa bene perché aiuta veramente il lato mistico, adesso capisco veramente perchè le persone libere persone spirituali fanno digiuni.

Ok... ok, io vi lascio se volete scrivermi e farmi qualche domanda, io sono a disposizione e quindi rispondo a tutti.

Baci e Abbracci, Grazie a tutti per avermi sostenuta, ok...

Peace and Love





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Il Consolato Generale d’Italia a Parigi si comporta in modo poco trasparente e ambiguo!? 15 Dicembre 2017

Solo parole! Nessuno dei funzionari incontrati ha avuto il coraggio per iscritto di spiegare i termini della “deportazione”, solo parole!!

Con l'inganno e senza la mia volonta', due poliziotti vietnamiti mi trasportano Parigi. I loro metodi sono stati disumani, mi hanno trattata peggio di un oggetto, ammanettata pestata drogata insultata e umiliata.

Ad attendere il mio arrivo a Parigi, erano due funzionari del consolato, i quali mi comunicavano le direttive, asseriscono di essere stata DEPORTATA dalle autorita’ Vietnamite, a causa di un overstay di cui mai nessuno ha mai avuto modo di espletare i termini della “trasportazione coatta”, e sopratutto nessuna trasparenza per venire a conoscenza del funzionario che ha ordinato l'esecuzione di questo ignobile atto disumano. Appare evidente che lo scopo sia stato quello di simulare assistenza, in realta’ creando pregiudizi nei miei confronti ovunque mi accompagnano. Agli occhi dei funzionari dei vari centri in cui sono stata apparivo diversamente, visto che precedentemente avevano ricevuto informazioni distorte e falsità sul mio caso.

Negano assistenza di necessaria urgenza e poi mi informano che io starei rifiutando un rimpatrio da me richiesto? Ma che storia è questa? Io avrei chiesto un rimpatrio? Per 15 mesi chiedevo di fare le mie denunce e in seguito poter tornare dove vivevo, in Cambogia, dove ci sono tutti i miei effetti personali! L’ambasciata d’Italia e il consolato generale d’Italia in Vietnam erano perfettamente a conoscenza dello Stato di provenienza in quanto avevo richiesto informazioni per l’iscrizione all’AIRE.

Venerdi' mattina, 15-12-2017
Arrivo all’aeroporto Internazionale di Parigi, Cherles de Gaulle, con il volo Vietnam Airlanes VN19 in partenza da Hanoi (aeroporto Internazionale Noi Bai) il 14-12-2017 alle 23:05. Accompagnata da due agenti in borghese della polizia di immigrazione Vietnamita, un uomo e una donna, la seconda si chiama Nguyen Thi Hoa 003-526, invece del primo non sono mai riuscita a trascrivere il suo nome, anche se risalire alle loro identita’ sara' semplicemente necessario controllare i nomi delle due persone che hanno viaggiato con me. Il sedile del volo era il numero 43E. In viaggio i due poliziotti vietnamiti, erano vicini a me, la donna a destra e l’uomo a sinistra.

Ho viaggiato con le manette per tutto il tempo, mi sono state tolte solo sulla porta dell’aereo quando ci hanno accolto i poliziotti Francesi, i quali ci hanno scortato direttamente in un ufficio della polizia di frontiera saltando tutti i controlli di immigrazione.
I due poliziotti vietnamiti hanno consegnato una cartella ai poliziotti francesi e poi sono spariti dicendo di avere tre giorni di visto per la Francia. Io sono stata condotta in un ufficio dove mi attendevano due signori del consolato generale d’Italia a Parigi. Il signor Roberto Calabresi dell'ufficio affari sociali e il secondo di cui non conosco il nome, nelle mie visite successive in consolato l’ho visto lavorare allo sportello accoglienza. Mi informavano di essere stata deportata dalla polizia di immigrazione Vietnamita a causa del mio overstay di cui non mi hanno mai dato la possibilita’ di motivare e denunciarne la ragione. Dicevano di essere stati informati dalla Farnesina riguardo la mia situazione (di cui ripeto mi si diceva di essere stata DEPORTATA ma nessuna traccia nel mio passaporto o un documento che lo attesti) e che si dovevano assicurare che io prendessi un volo per Milano alle 9:35 con Alitalia, di cui mi scriveva il numero di volo e uscita in un pezzo di carta. Inoltre diceva di essere stato informato sulla mancata consegna del pacco DHL contenente la mia carta di debito, quindi mi dava Euro 200 per le mie spese di viaggio.

Ho tentato inutilmente di denunciare e chiedere il loro aiuto riguardo l’incubo di cui ero stata vittima fino a quel momento, dal giorno del mio prelievo forzato dal Campo di deportazione in Tan Dao. Molto distaccati facevano finta di chiedere ad uno dei poliziotti se potevo esporre denuncia il giorno stesso, ovviamente non avendo informato i poliziotti Francesi sulla reale entita’ della mia denuncia, mi rimandavano ad una stazione di polizia a Parigi (cosa che comunque ho fatto il giorno dopo, vedi Main Courant 2017/052922), in conclusione mi sono ritrovata sola, essendo ancora debole e confusa, ho ricevuto nessuna assistenza per il recupero dei miei bagagli, i quali ho faticosamente recuperato.

Sono andata al servizio, messo la testa sotto il rubinetto per riprendermi dalle varie droghe che mi erano state somministrate, in seguito sono andata al bar... finalmente mangio! (dopo il digiuno di quindici giorni al campo di deportazione), poi ho preso diversi caffe' che mi hanno tirato un po su... ripreso consapevolezza dallo shock degli eventi.
Ovviamente ho rifiutato di prendere il volo per l’Italia, per i seguenti motivi:1) non ho mai espresso la volonta’ di andare in Italia (io vivo in Cambogia dove si trovano tutti i miei effetti personali)
2) sono stata sequestrata e brutalmente forzata verso Parigi, trovo logico fare le denunce proprio nel paese destinatario spedita come o peggio di un pacco postale.
Se arrivasse un pacco senza il mittente, vorreste sapere chi è il mittente e il motivo della spedizione?
Oltre consegnare le mie denunce, risalire a tutti i mandanti ed esecutori dei precedenti avvenuti prima durante e dopo l'arrivo a Parigi è un sacro diritto inalienabile.
3) desidero fermamente conoscere in che termini sono stata trasportata, e conoscere l'esecutore del mandato.
4) in mezz'ora avrei dovuto attraversare tutto l'aeroporto di Parigi dagli arrivi alle partenze e prendere un volo? nessuno sarebbe in grado, neppure wonder woman (ancora rincoglionita dalle droghe) sarebbe stata in grado di fare una cosa del genere.
5) tramite l'ambasciata italiana a Parigi effettuare tutti gli esami fisici psicologici e tossicologici per stabilire cosa hanno infilato nelle mie vene i colleghi dell'ambasciata italiana ad Hanoi.
6) ritirare cartella clinica e documenti vari
7) altri motivi sono da elencare in altra sede i quali hanno scaturito in me il forte desiderio di restare nel paese destinatario, Parigi.
Ho preso un taxi per l’ambasciata d’Italia a Parigi. Il carabiniere non mi ha fatto entrare perche' ricevono solo per appuntamento, mi diceva di non conoscere nessun signor Calabresi e mi dava un biglietto con gli indirizzi del consolato dove mi consigliava di recarmi. Cosi' ho fatto, ho preso un altro taxi e mi seno recata al consolato generale d’Italia in 5 Boulevard Emile Augier 75016 Parigi. Mi ha ricevuto il signor Calabresi all’ufficio affari sociali, il quale mi guardava come se fossi un fantasma, non si aspettava di rivedermi. Ho fatto presente che innanzitutto avevo bisogno di venir accompagnata con urgenza in ospedale per accertamenti medici riguardo la mia condizione fisica e psicologica a seguito delle percosse e droghe inflitte il giorno prima per costringermi a salire su quel maledetto volo. Mi ha accompagnata il signor Giovannangeli in veste di traduttore, non sono sicura cosa abbia detto loro pero’ non sono stata ricoverata come avrei voluto. E’ andato via alle sette di sera dicendo che il suo incarico era finito e che io essendo una cittadina europea ero libera di andare dove volevo. Ero in shock, denutrita e deidratata dagli ultimi quindici giorni di sciopero della fame nel campo di deportazione, intossicata dalle droghe che mi erano state somministrate e tutto un dolore dalle percosse ricevute dai poliziotti e senza avere la benche’ minima idea di dove mi trovassi. Mi lasciava una sim-card francese che funzionava solo per chiamare, ma io ovviamente non avevo nessuno da chiamare a Parigi. Ho chiamato un amico a Cagliari che mi ha messo in contatto con una vecchia amica che vive a Parigi la quale mi ha aperto la porta di casa per la notte. Pazzesco abbandonata ancora una volta dalla diplomazia italiana, facendo finta che tutto fosse a posto. Per le mie denunce mi scriveva un indirizzo di una stazione di polizia nel 15° arrondissement.

Sabato: 16-12-2017
L’amica ospitante mi ha anche aiutata a trovare un ostello della gioventu'. Un posto molto pulito e tranquillo che mi ha veramente aiutata a rimettere insieme i pezzi. Sono poi andata immediatamente alla stazione di polizia nel 15° (250 Rue Vaugirard), dopo cinque ore di fila si sono resi conto che per il tipo di denuncia che stavo facendo avevo bisogno di un traduttore.

Domenica: 17-12-2017
Sono ritornata il giorno dopo accompagnata dalle signore Paola Middei e Monica Malagoli, le quali mi hanno assistita nella traduzione di un Main Courant, il quale la poliziotta che ci ha assistita diceva essere l’unica cosa io potessi fare da poter poi trasmettere alla procura della repubblica francese per richiedere la cartella che e’ stata consegnata dai poliziotti Vietnamiti ai poliziotti francesi al mio arrivo.

Lunedi': 17-12-2017
Sono ritornata in consolato per aiutarmi a trovare un avvocato per poter inviare la richiesta della cartella alla procura della repubblica e poter fare le mie denunce. Mi ha dato la lista degli avvocati. Ha inviato una lettera all’ambasciata d’Italia per poter avere i miei effetti personali lasciati nel campo di deportazione Tan Dao e firmato una nuova delega per ricevere il pacco DHL contenente la mia carta di debito.  Mi e stato chiesto di tornare il giorno dopo per firmare la ricevuta dei 400euro che mi hanno anticipato per le mie spese a Parigi.
Martedi': 19-12-2017, nuovamente al consolato.
Ritirato ricevuta per una tantum di 400 euro (se tramite la DHL avessi ricevuto la carta fisica che mi è stata bloccata in Vietnam (per motivi ancora ignoti) e che ora attendo il ritiro a Parigi, probabilmente non avrei avuto la necessita di richiedere il supporto finanziario). Mi hanno informata che probabilmente il giorno dopo avrei potuto incontrare un avvocato in sede, per ricevere consigli legali riguardo le mie denunce. (nel pomeriggio ho ricevuto un messaggio telefonico dove il Signor Calabresi confermava che il giorno dopo mercoledi' pomeriggio alle 15:00 avrei incontrato in sede l’avvocato, servizio che il consolato generale d’Italia fornisce ogni mercoledi' ai connazionali in patrocinio gratuito).

Ho una chiesto di potermi sottoporre a esami tossicologici prima che le tracce svanissero dal sangue e le urine. Inoltre sul dorso della mano destra il bozzo dove mi era stata somministrata la dose di anestetizzante non sembrava voler riprendersi, quindi necessitava un controllo approfondito. Nella visita del 15-12-2017 era stata effettuata una radiografia ma non una ecografia per controllare se la vena fosse stata danneggiata.

Mi hanno fatto una lettera da presentare all’ospedale George Pompidou nel quale richiedevano:
- esame tossicologico
- ecografia mano destra
- certificato medico ricapitolativo
- restituzione della cartella clinica

Mi sono recata all’ospedale la stessa mattina, ma dopo una lunga attesa il dottore mi diceva che non era possibile effettuare gli esami in quanto necessari denunce, quindi un caso in corte i documenti necessitavano d’essere effettuati da dottori abilitati a certificare questo tipo di documenti. Quindi mi suggeriva di recarmi all’Hôtel-Dieu de Paris (1 Place du Parvis de Notre-Dame, 75004 Paris), ospedale abilitato a questo genere di accertamenti medici il quale lavora in collaborazione con la polizia.
Ci sono andata immediatamente, per poi scoprire che non e’ possibile prenotare nessuna visita in modo indipendente, in quanto è solo la polizia che può prenotare sulla base della denuncia fatta. Mi si diceva che il Main Courant (che in quel momento scoprivo non essere una denuncia ma una semplice dichiarazione) non era sufficiente alla polizia per richiedere le visite e che quindi avrei dovuto chiedere di poter trasformare il main courant presso una stazione di polizia in un Plante (denuncia) e che poi la polizia stessa avrebbe prenotato le visite che loro ritengono neccessarie.
Mi sono recata immediatamente alla stessa stazione di polizia dove pero' si rifiutavano di fare questa operazione in quanto a loro dire non possibile.

Mercoledi': 20-12-2017
Incontro l'avvocato Emmanuelle Bernier nella sede del consolato.
Mi consigliava di rivolgermi d un avvocato specializzato in diritto Vietnamita, ovviamente ignorando il fatto che se e’ stato impossibile trovarne uno che volesse assistermi quando ero in Vietnam, ora in Francia era impossibile. Poi chiedeva al consolato di accompagnarmi alla stazione di polizia per esercitare il loro potere consolare e chiedere di poter convertire il main Courant in Plante in modo da poter fare gli esami tossicologici al piu' presto prima che i residui tossici nel sangue svanissero. Ci siamo lasciati con il signor Calabresi dandoci appuntamento per la mattina seguente con l’accordo che io sarei andata dalla polizia per fare la fila, e quando sarebbe stato il mio turno, uno di loro mi avrebbe raggiunta per assistermi per la richiesta ufficile del Plante.

Giovedi': 21-12-2017
Recata in mattinata alla stazione di polizia al 16° (62 Avenue Mozart, 75016 Paris), per fare la fila ma la signora alla reception insisteva che non era possibile fare questa conversione, inutile dirle che era nostra intenzione fare una nuova denuncia. Mi chiedeva di andare accompagnata da un funzionario consolare, i quali non mi rispondevano al telefono. Mi sono recata in consolato prima della chiusura degli uffici, mi dicevano che senza l’autorizzazione della console non potevano lasciare gli uffici e avremmo dovuto aspettare nel pomeriggio in quanto la console era impegnata in un evento istituzionale quindi non poteva essere disturbata. Mi si consigliava di ritornare alla stazione di polizia a fare la fila e che nel pomeriggio uno di loro mi avrebbe senz’altro raggiunta. Alle quattro del pomeriggio mi ha finalmente raggiunto il signor Giovnnangeli il quale si presentava come traduttore ma si rifiutava di fare richiesta formale (come in suo potere e suggerito dall’avvocato la sera prima) del Plante e quindi degli esami tossicologici i quali avevano priorita’ assoluta. Da notare che anche se avrebbe dovuto tradurre in realta’ a me ha tradotto ben poco di cio' di cui ha parlato con il poliziotto. Gli diceva che io ero stata DEPORTATA dal Vietnam e loro stavano cercando di rimpatriarmi. Non so cosa gli abbia detto esattamente ma vedevo e sentivo che a poco a poco il poliziotto si stava formando dei pregiudizi nei miei confronti. Si e’ rifiutato di fare il Plante e mi consigliava di andare a fare le denunce alla polizia di immigrazione in aeroporto. Alche' ho fatto presente al signor Giovannageli che mi avrebbero dovuta accompagnare in aeroporto, in quel momento si e’ messo in piedi e ha iniziato ad urlarmi, mettendo in soggezione il poliziotto il quale ha lasciato la stanza per lasciarci discutere. Ho dovuto riprendere il funzionario italiano, ricordandogli quali siano le buone maniere e che non capivo il motivo delle sue urla. Mi diceva che loro non erano le mie baby-sitters e che ne aveva avuto abbastanza di assistermi, che a suo avviso il modo in cui io ero stata deportata rientrava nella procedura e che mi dovevo mettere l’animo in pace. Roba da pazzi! ero in shock! cornuta e mazziata, mentre andava via mi diceva che ero libera di andare in aeroporto, e che non avrei dovuto piu' chiedere nessuna assistenza al consolato che a suo avviso avevano fatto piu' del dovuto.

Venerdi': 22-12-2017
Tornata in consolato per parlare con il signor calabresi, dove lamentavo il comportamento inqualificabile del signor Giovannageli dove non capivo perche' si fosse presentato in veste di traduttore omettendo di fare la richiesta formale del plante e quindi degli esami tossicologici al Hotel-Dieu. Chiedevo di poter venir accompagnata immediatamente in aeroporto ma si rifiutavano di farlo dicendo di non poterlo fare e che avrebbero dovuto chiedere autorizzazione alla console.
In attesa di ricevere conferma se mi avrebbero accompagnata in aeroporto, mi sono poi recata nuovamente all’ospedale George Pompidou per chiedere di potermi controllare la vena del braccio destro dove era stata fatta una delle iniezioni serali prima di salire in aereo) che nel frattempo nei giorni (come per la mano destra) invece di guarire si stava gonfiando sempre di piu'. Inoltre stavo iniziando ad avere un po di febbre la quale sospettavo essere connessa alle conseguenze delle droghe che la polizia Vietnamita mi aveva somministrato, quindi chiedevo di potermi sottoporre agli esami tossicologici con urgenza.
La dottoressa che mi ha ricevuta, trovava le mie richieste non di natura d’urgenza pero' mi prescriveva una ecografia per la vena e gli esami da poter fare in laboratori esterni.

Sabato: 23-12-2017
Purtroppo essendo in periodo festivo i laboratori di analisi da me visitati erano chiusi, l’ecografia da me prenotata la notte prima risultava essere uno studio di ecografia solo per gravidanza, assurdo!

Domenica: 24-12-2017
Mi sono svegliata con la febbre molto alta, stavo malissimo. La sera ho chiamato il consolato alle urgenze per chiedere assistenza, avevo paura di essere intossicata dalle droghe. Mi hanno dato appuntamento all’ospedale Pompidou dove chiedevo di venir accompagnata in quanto gia’ a conoscenza del mio caso. Pero' quando ho cercato di preparami e prendere un taxi, la febbre era molto alta, non riuscivo a muovere le gambe, tremavo come una foglia e stavo perdendo conoscenza. Sono arrivate in ostello tre signore del consolato (ricordo solo il nome di una delle tre, signora Martini), le quali invece di chiamare l’ambulanza hanno chiesto al ragazzo della reception di farlo per loro. Caso molto ambiguo se poi si aggiunge al fatto che quando l’ambulanza e’ arrivata mi informavano che nessuna di loro sarebbe venuta con me. Quindi non si capisce perche' siano arrivate se poi si rifiutavano di portare nessuna assistenza. I paramedici dell’ambulanza non parlavano inglese e mi dicevano che per loro la mia carta sanitaria europea non era sufficiente (come invece lo e’ sempre stato per il Pompidou) lasciando intendere che fossero privati. Chiedevo alle signore del consolato di spiegare loro il fatto delle droghe che mi erano state somministrate (contro la mia volontà) e che quindi erano necessari degli esami tossicologici con la massima urgenza, ma la signora Martini diceva di non esserne a conoscenza, reazione che considerati i precedenti di come sono stata portata a Parigi, mi hanno fatto reagire scappando in camera e rifiutandomi di andare in ospedale in quanto non sapevo cosa stessero organizzando per me e quali altre sorprese mi attendessero.

(II) - 24-12-17 - Sospetto imbavaglio coatto!
https://youtu.be/zvlpLnWBabA

(I) - 24-12-17 - Gemiliana al telefono - sospetto imbavaglio coatto!
https://youtu.be/Kul8nHm2lQA

24-12-17 - Febbre nausea dolori, virus retroattivo nelle droghe che mi hanno iniettato!?
https://youtu.be/1WaM11SZziM

24-12-17 - Aggiornamenti dal "pacco postale Assorgia" in giacenza a Parigi
https://youtu.be/5JOvmxi6zHs

Lunedi': 25-12-2017
Ho preso un taxi da sola e mi sono recata all’ospedale Pompidou, ho fatto analisi del sangue e urine. Quelle del sangue risultavano negative e quelle delle urine positive a dei batteri. Mi chiedevano di richiamare il giorno dopo per avere i referti. Purtroppo anche se stavo malissimo mi hanno rifiutato il ricovero anche sotto mia urgente richiesta. Con la febbre altissima, da sola, mi sono trascinata in ostello.

25-12-17 - visite in ospedale e labirintici documenti
https://youtu.be/Y9jKg4Dti0M

Martedi': 26-12-2017
Ho chiesto di poter estendere la prenotazione ma mi dicevano che alla luce degli eventi della notte del 24 non lo avrebbero fatto. Ho chiamato il consolato per chiedere assistenza per aiutarmi a trovare un altro posto dove potermi trasferire a lungo termine. Dopo una lunga giornata a cercare di mettermi in contatto con loro, finalmente mi ha risposto una delle tre signore incontrate il 24-12-2017, dicendomi che aveva parlato on l’ostello e gli avevano convinti a farmi stare per la notte. Il ragazzo della reception all’ostello della gioventu' Adveniat, mi chiedeva di fare una chiacchiera con me, in quel momento ho scoperto che le signore del consolato nella notte del 24 avevano condiviso con lui molte informazioni private sulla mia persona, di cui nemmeno io ero a conoscenza, come nello specifico che loro mi stavano rimpatriando e che io avevo cambiato idea, ragion per cui loro non volevano piu' assistermi. Inoltre lo informavano in modo erroneo sui doveri dei consolati, gli dicevano che loro hanno come dovere solo di rimpatriare i connazionali e che le mie richieste erano irrealistiche e che se mi stavano dando assistenza era solo a titolo speciale ma che non avevano nessun dovere nei miei confronti. Intanto promettevano che il giorno dopo mi avrebbero assistita per trovare una sistemazione a lungo termine (necessario per rivivere momenti umani dignitosi come essere umano, poter fare le denunce, ritirare la cartella clinica, e tornare dove vivo: Cambodia, no Italia).

07 - (II) - 26-12-17 - ostello
https://youtu.be/gMJkL6EYhIg

06 - (I) - 26-12-17 - ostello
https://youtu.be/pdyGQE61cvc

05 - (II) - 26-12-17- Ora chiamiamo la farnesiana e sentiamo cosa dicono
https://youtu.be/1UXC-EqgXDI

04 - (I) - 26-12-17- Ora chiamiamo la farnesiana e sentiamo cosa dicono
https://youtu.be/7YKHzL46REQ

03 - 26-12-17 - da stamattina chiamo e lascio messaggi non richiama nessuno, vi sembra possibile??
https://youtu.be/a6A1g_xNW0E

02 - 26-12-17 - Io sono per strada e senza soldi e con un virus in corso
https://youtu.be/HDhOk_jTjEI

01 - 26-12-17 - Non mi hanno permesso di estendere il booking nell'ostello, praticamente sono per st
https://youtu.be/y-EasOQjupQ

Mercoledi': 27-12-2017
Fatto il check out. Sprecato tutta la giornata in reception aspettando inutilmente di parlare dal Consolato alla Farnesina per quella famosa assistenza da loro promessa per una sistemazione a lungo termine. Inoltre chiedevo una tantum ulteriore in quanto non potevo inviarmi denaro con Western Union per via di un blocco effettuato per ragioni di sicurezza.
Praticamente mi sono ritrovata per strada e senza soldi.
Ho lasciato i bagagli all’Aveniat e passato la notte in un ostello che ho trovato dove potevo pagare cash (inviato da un amico per salvarmi per la notte).

08 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/xDKK-o0NX90

07 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/Mz6Aw0WLexA

06 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/aSXWpaNaEso

05 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/hYTdJ8AzZ5s

04 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/cgK_O1cVnzY

03 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri??
https://youtu.be/RiR6N5xFK_s

02 - 27-12-17 - mi lasciano nella stessa situazione di ieri
https://youtu.be/dw73B2ooQ84

01 - 27-12-17
https://youtu.be/eRuaPUHYTrs

Giovedi': 28-12-2017
Andata in ospedale Pompidou per ritirare gli esami delle urine.
Andata in consolato dove ancora si rifiutano di accompagnarmi in aeroporto e anche e di fornire supporto di una tantum di 200 euro. Ho depositato una richiesta scritta per la quale la stessa sera mi ha risposto la reggente signora Fattori dove si rifiuta dicendo di non rientrare nei parametri delle urgenze.

01 - 28-12-17 - entrando in consolato, vediamo se oggi mi verrà data l'assistenza necessaria
https://youtu.be/0Qhw1Wj_McU

02 - 28-12-17 - Attendo per strada
https://youtu.be/wfYjIR4jZks

03 - 28-12-17 - per strada nel ghiaccio! consolato dove sei?
https://youtu.be/lBqEants9aQ

29-12-17 - Rimpatrio FORZATO!??
https://youtu.be/IE5F1ocJVsw

30-12-17
https://youtu.be/w0UAlFdBrzQ

31-12-17
https://youtu.be/hJFupoJViJo

02-01-18 - Aggiornamenti di inizio anno
https://youtu.be/6-SVP2QRkXk

Venerdi' 05-01-2018
https://www.facebook.com/gemiliana.assorgia/videos/10213360628003815/

Mi sono recata nuovamente al consolato generale d'Italia a Parigi per depositare le e-mails al quale non mi hanno ancora risposto.

06-01-18 - MURO DI GOMMA A PARIGI
https://youtu.be/_-gHDlJ_eKc

from: Gemiliana Assorgia <gemilianaassorgia@gmail.com>
to: Console Generale Parigi <consolegen.parigi@esteri.it>
cc: sociale.parigi@esteri.it,
dgit-04@esteri.it
date: 2 January 2018 at 13:20
subject: Assistenza Polizia Aeroportuale
mailed-by: gmail.com

Gentile Console,
mi rivolgo direttamente a Lei nella speranza di ricevere una chiara risposta riguardo il rifiuto ricevuto alla mia richiesta di venir accompagnata in aeroporto per poter esporre denuncia riguardo ai termini del sequestro di persona di cui sono stata vittima in terra Vietnam per poi mettermi forzatamente sul volo NV19 da Hanoi per Parigi nella notte del 14-12-2017. Inoltre dall'e-mail ricevuta il giorno 28-12-2017 inviata dalla Reggente Signora Fattori, mi sembra di aver capito che eravate stati informati erroneament riguardo una mia presunta richiesta di rimpatrio, la quale non e' solo frutto di fantascienza ma sara' ovviamente oggetto di investigazioni legate al suddetto crimine di sequestro di persona da me sopracitato.
La informo che provengo da 15 di dura resistenza in Vietnam dove ho cercato in tutti i modi di denunciare i vostri colleghi in terra Vietnamita per gravi crimini, dove ora piu' che mai sembrerebbe siano arrivati a estremi rimedi come pagare dei poliziotti corrotti per picchiarmi, drogarmi e forzarmi a prendere il suddetto aereo contro la mia volonta'.
Dovrebbe essere stata informata che lo stesso giorno del mio arrivo il Signor Giovannangeli mi ha accompagnata all'ospedale George Pompidou per accertamenti sul mio stato fisico e poi il 17 sono stata assistita alla stazione di polizia in 15mo (250 Rue Vaugirard) dalle Signore Middei e Malagoli (?) per la registrazione del Main Courant n 2017/052922 di cui voi avete copia nel quale ho espresso le mie denunce.
C'e' da notare tristemente che in questi 15 giorni di permanenza forzata a Parigi c'e' stata da parte dei vostri uffici una costante volonta' a non voler riconoscere la mia condizione di assoluta necessita' di adeguato supporto innanzittutto psicologico e fisico, legale e logistico. Fatto che alla luce dei precedenti con i vostri colleghi in Vietnam e i vostri superiori alla Farnesina porterebbe ad un sospetto di una volonta' ad impedirmi di provare le mie accuse e soprattutto dispersione delle prove.
Mi risulta ci sia un rappresentante dei Carabinieri nella sede dell'ambasciata d'Italia a Parigi, potrebbe cortesemente confermarmi se sia possibile per me depositare un esposto verbale degli eventi che chiedo ancora una volta di poter denunciare?
Distinti saluti,
Gemiliana Assorgia

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from: Gemiliana Assorgia <gemilianaassorgia@gmail.com>
to: Console Generale Parigi <consolegen.parigi@esteri.it>,
dgit-04@esteri.it
date: 29 December 2017 at 22:19
subject: Re: Sua richiesta del 28 12 2017
mailed-by: gmail.com

Gentile Signora Fattori,
mi sembra di capire che Lei sia stata informata in modo non corretto riguardo alle mia situazione e le ragioni per la quale io mi trovo a Parigi.
Mi scui se mi prendo la liberta' di rispondere alla sua gentile e-mail punto per punto, con la speranza che possa agevolare una migliore comprensione della mia situazione ed evitare ulteriori fraintendimenti.
Distinti saluti,
Gemiliana Assorgia

LE MIE RISPOSTE SONO FRA PARENTESI:
Gentile Signora Assorgia,
si è data attenta lettura alla richiesta da Lei depositata in data odierna presso questo Ufficio Sociale volta alla concessione di un ulteriore prestito di euro 200 in aggiunta al prestito di euro 400 già concessoLe in data 15 dicembre u.s.
(Mi sono stati dati 200euro dal Signor Roberto Calabresi dell'ufficio affari consolari e sociali il gorno 15 dicembre 2017, il quale mi aspettava in aeroporto dicendo di essere stato informato dalla Farnesina del mio arrivo. Mi diceva di essere stata DEPORTATA dal Vietnam, e che si trovava li per assicurarsi che avrei preso il volo per Milano delle 9:35. Mi informava di essere a conoscenza del fatto del problema della mia carta (l'ambasciata d'Italia in Vietnam 'e in possesso del mio pacco postale contenente la suddetta carta) e quindi si preoccupava di darmi del contante per agevolare le spese di viaggio. Ho immediatamente espresso la volonta' di fare denuncia alle autorita' aeroportuali per il sequestro di persona, percosse e droghe forzate di cui ero stata vittima per forzarmi a mettermi sul volo per Parigi. Sono stata informata erroneamente, cioe' che non potevo farlo in aeroporto e poi sono stata abbandonata a me stessa. Dopo poche ore ho raggiunto prima la sede dell'ambasciata a Parigi, il carabiniere non mi ha fatto entrare dicendo che serviva un appuntamento e mi ha indirizzata alla sede del consolato generale. Il che di taxi e cibo aveva gia' praticamente bruciato i 200 euro. Ho dovuto chiedere di accompagnarmi in ospedale per farmi visitare e li mi sono stati dati dal signor Giovannageli altri 200 euro dopo essere stata abbandonata di nuovo a me stessa. Sono andata via dall'ospedale George Pompidou alle 10 di notte senza sapere nemmeno dove mi trovassi, con le parole testuali: "Lei e' una cittadina europea libera di andare dove le pare, non siamo i suoi baby-sitters, buona fortuna".)0
Pur consapevoli delle circostanze, siamo spiacenti di comunicarLe che non è possibile accogliere l’odierna richiesta in considerazione dei limiti imposti dalla vigente normativa e della necessità di gestire secondo parametri motivati e trasparenti le risorse pubbliche destinate a tutti i connazionali presenti in questa circoscrizione consolare.
Le ricordiamo infatti che gli uffici consolari possono erogare prestiti con promessa di restituzione a favore di cittadini temporaneamente all’estero che si trovino in stato di occasionale grave necessità non altrimenti fronteggiabile.
(Per una informativa trasparente, potrebbe per cortesia fornire copia della sudddetta normativa? Insisto che la mia situazione ha una motivazione piu che lecita di cui credo tanti Italiani sarebbero piu che felici che i loro soldi venissero usati per sostenermi in questo momento di difficolta' a Parigi, luogo in cui mi sono ritrovata spedita come un pacco postale, dove ad oggi ancora aspetto assirtenza da parte vostra per venir accompagnata all'aeroporto per esporre le mie denunce presso la polizia aeroportuale.)
Con particolare riferimento al Suo caso, come sopra ricordato, giusto pochi giorni fa Le è stato concesso un prestito eccezionale.
Anche alla luce del protrarsi della Sua permanenza a Parigi, 13 gg dal suo ingresso in Francia in data 15 dicembre u.s. nonostante il possesso di un titolo di viaggio aereo nominativo in medesima data per la tratta Parigi/Milano/Cagliari (località di Sua ultima residenza accertata), si deve constatare che non risulta più sussistere la condizione di “occasionale grave necessità”.
(Se la mia permanenza si sta' protraendo cosi a lungo e' propio perche non mi avete ancora assistita in modo concreto per acquisire la documentazione relativa al mio ingresso in questo paese e fatto le denunce alle autorita' competenti, in modo da poter poi tornare dove vivevo: Cambodia, luogo dove si trovano tutti i miei effetti personali e progetti che ancora aspettano il mio ritorno per poter continuare la' dove sono stata costretta a postporre per ovvie ragioni.)
Essendosi nel Suo caso già proceduto, in buona fede, a più di un'eccezione, sulla base della disponibilità a suo tempo da Lei manifestata a rimpatriare, e dopo aver inutilmente provveduto all'esborso di un biglietto aereo per l'Italia in suo favore, Le ribadiamo il nostro consiglio di utilizzare i servizi di money transfer per le Sue necessità finanziarie, nonché di rimpatriare al più presto in Italia, ove Le sarà sicuramente più agevole che in Francia provvedere alle Sue necessità.
(Ecco potrebbe essere piu chiara riguardo a come abbiate preso l'assurda idea che io abbia manifestato la "disponibilita' a voler rimpatriare"??? E' un insulto ai 15 mesi di dura resistenza che ho dovuto affrontare in Vietnam, dove ho sempre espresso la volonta' a voler fare le mie denunce nei confronti dei vostri colleghi in Vietnam e poi tornare in Cambodia, luogo dove abitavo e per il quale avevo gia informato i vostri colleghi ai quai avevo chiesto tutte le informazioni per l'iscrizione all'AIRE.)

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From: Gemiliana Assorgia <gemiliana@icloud.com>
Date: January 02, 2018 4:02:42 AM
To: "Consolato d'Italia in Francia, Parigi - Sociale" <sociale.parigi@esteri.it>
Cc: "DGIT, Ufficio. 4" <dgit-04@esteri.it>
Subject: Re: RE:DHL Express-AWB 7803548594

Gentile Signor Calabresi,
Mi era sembrata che Lei non solo avesse capito uno dei tanti disagi che ho dovuto affrontare nell'avere a che fare con l'ambasciata d'Italia ad Hanoi, ma inoltre che si stesse impegnando attivamente per il recupero dei miei effetti personali lasciati in Vietnam al momento del sequestro di persona di cui sono stata vittima in Vietnam, incluso il pacco DHL di cui mi ha chiesto di firmare delega per il ritiro.
Io non ho preso nessun accordo con l'ambasciata d'Italia in Hanoi. Lei il 22-12-2017 , nel suo ufficio mi ha informata di alcuni accordi che stava prendendo con il signor Costantini per il recupero dei miei effetti personali lasciati in Vietnam, cosa e' accaduto ora? Un'altro cambio di programma?
Non e' mia intenzione comunicare con i vostri colleghi in Vietnam i quali sino ad ora si sono comportati in modo criminale nei miei confronti. Lei sa bene che io sono bloccata a Parigi che cerco di fare le mie denunce alla polizia aeroportuale per i gravi crimini di cui sono stata vittima in Vietnam e per il quale ho chiesto assistenza al vostro consolato in quanto Voi mi avete ricevuta al mio arrivo.
Mi aspetto una completa collaborazione da parte vostra.
Distinti saluti,
Gemiliana Assorgia

Firma la petizione per aiutare Gemiliana ad ottenere giustizia per tutti gli italiani all’estero

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